Grimaldi, huffpost: "Napoli criminale? E’ tutta invidia!"

Cristian Martini Grimaldi Scrittore e giornalista, vissuto negli Stati Uniti, India, Corea, Cina e Tokyo. Scrive per L’Osservatore Romano e altre testate estere occupandosi di religione, cultura, condizione delle minoranze e diritti umani in Asia ed Estremo Oriente racconta in un suo articolo sul sito "huffpost.com" quello che definiamo lo "Sputtanapoli".


Questo un estratto del suo articolo:

 "Digita su google Napoli pizza (ovvero il primo dei suggerimenti proposti da Google) otterrai 24 milioni e mezzo di risultati. Ora digita Napoli criminalità: 650.000 risultati. Una cifra quaranta volte inferiore. Ma se anche internet certifica questa distanza nei numeri allora perché, nella vox populi, la criminalità è diventata il connotato simbolo della città non solo in Italia ma anche all’estero?

No, non c’entra niente Gomorra. Nessun napoletano di buon senso si lamenterebbe di una fiction che fa circolare il nome di Napoli nel mondo quale location di un racconto noir di successo. E comunque all’estero, mi riferisco alla sola Asia, non la conosce nessuno. Piuttosto sono le notiziole di cronaca, quelle che pretendono di raccontare fedelmente la realtà di ogni giorno, a varcare i confini di casa nostra tanto da arrivare persino in estremo oriente: sono queste le gocce cinesi che rinforzano il pregiudizio della “Napoli criminale” (esiste tutto un genere giornalistico specializzato nella diffusione di cliché: le stravaganze giapponesi, il malaffare cinese, le americanate!).


"E allora ti capita di chiedere a dei passanti giapponesi poggiati sul parapetto di Castel dell’Ovo e come minimo ti aspetti che se la diano a gambe levate per paura di un taccheggio. E invece non solo ti ascoltano ma cosa ti dicono?"

 “Avevamo prenotato tre giorni a Roma e solo uno a Napoli, intimoriti da quello che si legge sui giornali. Ci siamo pentiti”. "

 "Una ragazza coreana che passeggia per il lungomare sbotta: “Qui a Napoli mi si rivolgono senza secondi fini, a Roma sono socievoli sono solo nella misura in cui sei attraente o un turista pollo da spennare. Spesso a Roma mi fermano per strada signori anziani, mi chiedono da dove vengo, ma è solo una scusa per attaccare bottone, qui a Napoli è diverso, mi si rivolgono perché realmente curiosi, una curiosità umana, non quella falsa che finisce sempre con ‘allora mi dai il contatto di Facebook?’”."

E ancora:

"Faccio venti passi e ordino un caffè a un bar all’angolo, proprio di fronte l’entrata degli Scavi. Sono il perfetto turista da spremere, inflessione romanesca e zaino in spalla. Prendo cornetto e caffè. Mi aspetto come minimo quattro euro (il paragone lo faccio con i bar di fronte piazza Venezia a Roma). Il conto? 80 centesimi il caffè un euro il cornetto.

 In preda al panico di un cliché che non mi riesce in alcun modo di corroborare, anzi mi si sta letteralmente sbriciolando fra le mani, riprendo immediatamente il treno per Napoli."

"Non so più a quale stereotipo aggrapparmi. A me han sempre detto che i napoletani ti fottono! Sta attento che ti fottono! Sono stato a Napoli e mi è andato tutto bene? Non un taccheggio, un furtarello, uno scippino? Due domande nascono ora spontanee: ma che razza di napoletani ho incontrato?

 L’altra è: che razza di napoletani ci raccontano i media? Nel tornare a Roma ho capito qual era la domanda giusta da farsi. E già che ci sono mi scuso con i napoletani perché da anni vado raccontando che la linea di costa con lo sky-line più bello del mondo ce l’ha Hong Kong. Finché non ho visto il golfo di Napoli dal sedile del piccolo bus 140, l’autobus che da Posillipo scende a Mergellina e poi dritto fino a piazza Vittoria. Napoli criminale? ... è tutta invidia. Altroché."

Fonte e Articolo completo QUI

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